L'idolo di pietra by H.P. Lovecraft

L'idolo di pietra by H.P. Lovecraft

autore:H.P. Lovecraft [Lovecraft, H.P.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: prog
editore: Fanucci
pubblicato: 2013-11-15T23:00:00+00:00


IV

È solo con enorme esitazione e ripugnanza che rivado col pensiero al campo di Lake, a quello che realmente trovammo in quel luogo, e a ciò che stava al di là delle Montagne della Follia. Sono sempre tentato di evitare di scendere nei dettagli, e di fare in modo che le allusioni sostituiscano i fatti reali e le deduzioni inevitabili.

Spero di aver detto già abbastanza da permettermi di sorvolare brevemente su tutto il resto, cioè sullo stato terrificante del campo. Ho detto del terreno devastato dal vento, dei rifugi danneggiati, dalle apparecchiature sparpagliate, delle inquietudini dei nostri cani, delle slitte disperse, della morte degli uomini e dei cani, dell'assenza di Gedney, e dei sei esemplari biologici interrati con la struttura stranamente ancora in buono stato malgrado tutti i danni subiti, e provenienti da un mondo morto da quaranta milioni di anni.

Non ricordo se ho accennato al fatto che, nel controllare i corpi dei cani, scoprimmo che uno di loro risultava disperso. All'inizio non badammo molto a questo particolare ma, in realtà, solo io e Danforth avevamo dato importanza a tale scomparsa.

Le cose principali che abbiamo omesso sono in relazione ai corpi, e a certi fatti misteriosi che possono o non possono fornire uno spaventoso ed incredibile fondamento logico a quello che sembra essere il caos.

In quel momento cercai di mantenere la mente degli uomini lontana da questi fatti, poiché era molto più semplice, e molto più normale, spiegare ogni cosa con un'esplosione di pazzia da parte di alcuni uomini del gruppo di Lake. A prima vista, quel vento demoniaco delle montagne doveva essere in grado di far impazzire qualsiasi persona che si trovasse al centro di tutto quel mistero e di quella desolazione.

L'ultima anormalità, ovviamente, era la condizione dei corpi, sia degli uomini che dei cani. Erano stati tutti coinvolti in qualche terribile tipo di lotta, ed erano straziati e lacerati in modo diabolico e nell'insieme inspiegabile. La morte, per quanto potevamo giudicare, in ciascun caso era avvenuta per strangolamento oppure per lacerazione.

I cani evidentemente dovevano aver cominciato ad essere inquieti, poiché le condizioni del loro recinto mal costruito dimostravano delle spaccature violente fatte dall'interno. Il recinto era stato posto ad una certa distanza dal campo a causa dell'insofferenza degli animali nei confronti di quegli organismi archeani infernali, ma tali precauzioni sembravano essere state prese invano. Quando erano rimasti soli in quel vento rumoroso, dietro le pareti leggere e di un'altezza insufficiente, dovevano essere stati presi dal panico, non si poteva dire se a causa del vento stesso, oppure per qualche odore misterioso e penetrante proveniente da quegli esemplari da incubo.

Ma, qualunque cosa fosse accaduta, si trattava di qualcosa di terribile e rivoltante. Forse avrei fatto meglio a mettere da parte la mia reticenza e a parlare finalmente del lato peggiore della vicenda, ossia l'opinione, basata su osservazioni di prima mano e su deduzioni più accurate, sia mie sia di Danforth, che quel Gedney, allora scomparso, non fosse in alcun modo responsabile degli orrori nauseanti che trovammo.

Ho già detto che i corpi risultavano spaventosamente lacerati.



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